Come gestire al meglio gli sgarri?

Quale è il metodo più corretto? Il cheat day o il cheat meal?

Sapete quale è la prima cosa che mi viene chiesta dopo che spiego il regime alimentare da tenere nei miei programmi? “Quando posso fare lo sgarro?”

Se vogliamo proprio dirla tutta quando si inizia un percorso di cambiamento, che sia una dieta o sia un nuovo regime alimentare, è controproducente pensare fin dal “giorno uno” ai cheat days. Io consiglio sempre di concentrarsi, almeno per il primo mese, sul nuovo regime alimentare. Così dai mesi successivi si può pensare anche a sfruttare gli sgarri a proprio vantaggio. Ma andrebbe fatta anche una distinzione, è più corretto il “cheat day” “cheat meal”?

Quando parlo di cheat day intendo un giorno intero di sgarro durante il quale, solo per un giorno, possiamo mangiare ciò che vogliamo: pizza, hamburger, dolce, gelato, cioccolato, bibite gassate e alcol. Alcuni, soprattutto i fitness addicted, divorano di tutto e assumono il doppio delle calorie che assumerebbero in un giorno normale, mentre altri aumentano l’introito calorico ma scegliendo alimenti sani.

Questo implica che l’apporto settimanale aumenta e che se non viene ben controllato il conto calorico cresca e in un solo giorno abbiamo vanificato tutti gli sforzi fatti fino a quel momento.

Il cheat meal invece è un solo pasto di sgarro, cioè un solo pasto in cui si può mangiare quello che si vuole. In questo caso il valore del conto calorico non sballa tanto quanto nel cheat day, ma quale metodo è il più corretto per gestire al meglio lo sgarro?


La teoria dice che gli sgarri aiutino a perdere peso (questo quando seguiamo un regime alimentare sano da parecchio tempo, non quando siamo in dieta da 3 giorni!).

Gli sgarri aiutano ad aumentare la produzione di leptina (un ormone proteico prodotto dalle cellule adipose che controlla fame e sensazione di sazietà) accelerando il metabolismo e facendo bruciare più calorie dopo il pasto. Ma va aggiunto che gli effetti di questo ormone sul peso corporeo sono ancora in fase di ricerca e alcuni ricercatori sostengono che dopo un solo giorno di sgarro questo ormone non venga prodotto in alte quantità, e che il metabolismo venga accelerato solo per un 3-10% e per un massimo di 24 ore.


Se siamo super sportivi e seguiamo una dieta molto rigida da parecchio tempo il pasto di sgarro può aiutare a reintegrare le riserve di glicogeno e a fornire le energie necessarie per un allenamento intenso perché in questo caso i livelli di glicogeno immagazzinato nei muscoli sono limitati.


Tendenzialmente il mio consiglio è quello di:

- Programmare gli sgarri: avere una "valvola di sfogo” in programma (ad esempio, “sabato a pranzo mangio un gelato”) ci aiuta a frenare gli attacchi di fame, le trasgressioni e a rimanere concentrati sulla dieta;

- Scegliere se prenderli in considerazione o meno: se lo sgarro ci fa sentire in colpa, evitiamolo… non è obbligatorio!


Per quanto mi riguarda, a meno che non ci siano dei casi in cui ci sia una effettiva necessità o problematica (come chi soffre di diabete, colesterolo o pressione sanguigna alta, ecc…) non sono un’amante della dieta super restrittiva, come non consiglio mai di mangiare quanto più è possibile per una giornata intera ma di seguire un sano e vario regime alimentare. Così da potersi concedere il piacere di una fetta di torta la domenica o una pizza con gli amici quando capita.

Giulia Zambelli
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Qualche anno fa, in un periodo strano della mia vita, ho iniziato a leggere “Correre è la risposta”. Lo avevo acquistato tempo prima. Erano anni in cui viaggiavo tanto per lavoro e non avevo ancora rivoluzionato la mia vita. Lavoravo per una multinazionale danese viaggiavo spesso in macchina, di media in un anno facevo 90mila kilometri. Un giorno, passeggiando lungo le rive del lago a Lovere avevo notato una deliziosa libreria. Entro, gironzolo tra gli scaffali in cerca di qualcosa che attiri la mia attenzione e leggo questo titolo: “Correre è la risposta”.